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Commenti dei Critici d’arte


Bonantini, attraverso i ricordi, ridisegna l’atmosfera, quasi mitologica, dei mestieri agresti, immagini di un mondo ormai inaferrabile, ma colto con la sapienza di chi l’ha sperimentato. Le sue sculture, simboli di un autentico accordo con la natura, sembrano interpretare il mito antico dell’Arcadia, sogno idiliaco di comunanza esclusiva e di collaborazione col creato, che sottintende la costante ricerca di una vita semplice.Un ritorno a un passato vissuto con gli occhi di un bambino affiora dalla creta lavorata con saggia maestria, che coniuga due anime nella stessa materia: stupore puerile e matura coscienza.Realtà e Poesia si fondono dunque nell’arte naif di Bonantini che riesce, come pochi, a farsi trasportare dall’entusiasmo per la rappresentazione di cose semplici, visioni quasi leggendarie per il moderno occhio assuefatto alla tecnologia.

Dr.ssa Elena Buffagni



Vive nel tessuto di richiami palesi, di riferimenti alla realtà umana la scultura di Tomaso Bonantini che si affida, plasmando la creta, alla naturalezza dell’immagine.Una rappresentazione molto viva del quotidiano e, in particolare, del mondo del lavoro di persone umili.L’attenzione dello scultore modenese è rivolta ai contadini, agli artigiani, gelosi custodi di mestieri che racchiudono tutta la ricchezza del lavoro tradizionale.

Prof. Michele Fuoco



 

Le personalità premiate
da Tomaso Bonantini