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Tomaso Bonantini Bonantini, attraverso i ricordi, ridisegna l’atmosfera, quasi mitologica, dei mestieri agresti, immagini di un mondo ormai inafferrabile, ma colto con la sapienza di chi l’ha sperimentato.
Le sue sculture, simboli di un autentico accordo con la natura, sembrano interpretare il mito antico dell’Arcadia, sogno idilliaco di comunanza esclusiva e di collaborazione col creato, che sottintende la costante ricerca di una vita semplice.
Un ritorno a un passato vissuto con gli occhi di un bambino affiora dalla creta lavorata con saggia maestria, che coniuga due anime nella stessa materia: stupore puerile e matura coscienza.
Realtà e Poesia si fondono dunque nell’arte naïf di Bonantini che riesce, come pochi, a farsi trasportare dall’entusiasmo per la rappresentazione di cose semplici, visioni quasi leggendarie per il moderno occhio assuefatto alla tecnologia.
Mestieri antichi quelli di Bonantini, luoghi di un passato contadino sfiorato, che torna in tutta la sua concretezza nelle descrizioni minuziose delle attività di campagna e nei volti assorti dei lavoranti, maschere che lasciano spazio all’osservazione di professioni ormai scomparse.
L’antica operosità, fondata sull’abile conduzione di animali e arcaici strumenti, risulta quindi l’attitudine più spiccata di questo espressivo scultore che, attraverso una riscoperta di terre già lontane, riporta alla luce tradizioni e costumi che sembrano quasi non appartenerci più.
Bonantini possiede, infatti, un’enciclopedia di immagini desuete, che prende vita a episodi, in opere che pur di dimensioni ridotte non rinunciano a una rappresentazione esaustiva del racconto, dove è costante la ricerca di armonia tra spazio e proporzioni.
Nell’esposizione scultorea si distinguono tracce precise dell’ambiente rurale, come il vento che sfiora il grano, la nascita del vitellino, il lavoro della trebbiatrice, testimonianze che sembra quasi di poter cogliere ascoltando, colti da una meraviglia per tutto ciò che era consueto.
Tomaso Bonantini, protagonista di numerose e celebri rassegne a livello nazionale e locale, non sembra voler cedere il passo nemmeno a una temporanea quiete creativa, perché degno autore delle sue opere, trova completezza nello svolgimento del suo mestiere naturale: lo scultore.


Elena Buffagni

 

Tomaso Bonantini

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41100 - Modena
tel. 059.35.72.13
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